Giorgio Anselmet e il vino “Main et Cœur“

Il mercato del vino non si può certo dire esser privo di etichette a base di uva Chardonnay ed è pur vero che, tra tutti, i vini della Côte d’Or sono quelli che oltre ad avere secoli di storia sono i più puri, rappresentano un esempio di apice qualitativo, un modello a cui tutti i vignerons si ispirano, ricercato anche dai degustatori incalliti nei vini italici.

E per chi osserva l’enorme volume di etichette nostrane l’idea di produrle può apparire generalista, universale, quasi banale. Ma le eccezioni, si sa, ci sono. In Valle d’Aosta l'ultimo Chardonnay prodotto dalla Maison Anselmet nasce da un'idea fondata su principi relazionali, con se stessi e con la propria passione (per i vini borgognoni), e progettuali diventando così un compromesso tra ragione e sentimento. Perché quando si intraprende il percorso che porta alla produzione di una nuova etichetta, l’analisi costi-ricavi è d’uopo e non può prescindere da una comunicazione ragionata che passa, inevitabilmente, dalla comprensione e rivelazione del lungo percorso preparatorio fatto di studio e di approccio di giudizio già nel nome: "Main et Cœur”. Un vino complesso, de garde, un punto di arrivo, in termini materiali, anzi più probabilmente un punto di partenza per Giorgio Anselmet, l'architetto di questo vino. E se George Berkeley riteneva che “ogni nome comunicativo deve stare per un’idea” in questo progetto c’è l’assunzione inequivocabile di questo concetto e la sua realizzazione. Dall’entusiasmo per i vini del villaggio di Mersault, Giorgio si ritrova nel 1988 ad acquistare il clone 9636 originario di Borgogna e ad impiantare, l’anno successivo, le barbatelle su porta innesto 3309 SO4 (mediamente vigoroso e resistente, largamente impiegato nelle zone di montagna) nella parcella di vigna arroccata di proprietà di Saint-Pierre a 880 metri s.l.m.
Un lieu-dit vocato, situato nel versante a nord dell’Envers, dall’altra parte della Dora con un'esposizione en plein sud; il suolo di matrice sabbiosa ha anche una buona presenza di marna bianca, resa ancora più luminosa perché specchiata nella piramidale facciata del ghiacciaio della Grivola, una delle più belle del Grand Paradiso.
Per la prima uscita di questo vino si è scelta l’annata 2016, caratterizza per l’ottimo e regolare andamento vendemmiale. Un millesimo solare contraddistinto da buone escursioni termiche e una bella presenza di precipitazioni che hanno contribuito ad una ricca produzione superiore alla media del 20%. 
Per la produzione dopo la raccolta, la pressatura delle uve avviene direttamente in barrique francesi di medio passaggio, senza chiarifica dei mosti e bâtonnage a cui segue un affinamento di 18 mesi.
Il vino è di un giallo dorato con aromi intensi boisé e più fini di fiori bianchi, camomilla e agrumi. All’assaggio la materia è voluminosa, si espande con grande eleganza e potenza in cui si esprime il carattere sfacciatamente minerale e fresco. Dopo qualche minuto è ancora più coinvolgente per la sua trama argrumata e più burrosa.

Maison Anselmet:
Anselmet deve la sua esistenza alla testimonianza del savoir faire tramandata di padre in figlio per diverse generazioni. Le prime tracce di un Anselmet sono del 1585 ed è nel 1978, per opera di Renato Anselmet, che le tradizioni e le passioni per la terra e dei suoi frutti, si trasformano in una delle realtà vitivinicole della Valle d’Aosta più apprezzate con 30 ettari di vigneti ed oltre venti etichette prodotte.

Valle d’Aosta Chardonnay Doc Main et Cœur 2016*
2000 bottiglie prodotte
Prezzo: 70€ 
*Distribuito da Sagna S.p.A




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