Weekend Soave

25 gennaio 2014 Soave 


Riprendo la mia attivita sul blog in pompa magna come si suol dire... Chi mi conosce un pochino, sa che non rientro nei tipici canoni di "normalità" e lo conferma la mia decisione di fare un weekend nel cuore del Veneto questa mattina.
Qualche giorno fa, per altri motivi, ho apprezzato la comunicazione e la bravura con cui l' Hotel Rox Plaza a meno di 100 metri dal centro storico di Soave si promuove. Mi rimane il cosiddetto tarlo e dopo 3 ore circa mi trovo a Soave previa prenotazione della stanza in hotel e apertura di qualche cantina vinicola.











Soave è magnifica, un piccolo borgo circondato dai filari di uve corvina,  garganega, molinara e rondinella dove gli internazionali pinot, chardonnay non mancano...


Dopo un breve giro di perlustrazione mi dirigo subito alla Cantina Soave dove ahimè posso solo degustare e non godere della visita che rumors dicono essere fantastica e che, giustamente, bisognava prenotare! Mi accontento  di vedere le immagini di lunghi tunnel colmi di barrique sotto Borgo Rocca Sveva elegantissima struttura dove dalle vetrate della sala di degustazione/wineshop si scorge un' elegantissima villa adibita a workshop, feste e cene di gala...
Tra i tanti magnum di metodi classici e nettari veneti mi faccio racconatre la storia dell'azienda e di come nasce l'Equipe5 che da li a poco degusterò sul bancone rotondo tutto legno e luci.




Cantina Soave vanta una storia secolare. Fondata nel lontano 1898, oggi è sicuramente una delle più preziose realtà vitivinicole italiane di cui dobbiamo vantarci perchè esempio di cooperazione tra piccoli produttori inglobando in 6.000 ettari di vigneti, 2.200 soci con 6 siti produttivi che spaziano tra la cintura di Verona, le terre del Garda e la mitica Valpolicella dove sua maestà Amarone nasce.


Il nome del metodo classico Equipe5 stupisce e richiama non solo il numero delle dita di una mano ma anche quello degli amici che insieme fondarono l'azienda.
Ammetto di essere un scettica perché ultimamente le aziende dai grandi numeri mi hanno delusa ma non è questo il caso...







Equipe 5 Brut 2008: Chardonnay per l'80% e il restante %20 di Pinot Nero mi cattura brillantemente già con il suo colore giallo paglierino acceso. Una fresca e asciutta sensazione prima di mandorla cotta richiama  i sentori di pesca e limone di un sorbetto caldo che in bocca si tramuta in una crema che pizzica solo all'entrata per farsi sentire e regalare un'intensa sensazione di morbidezza che mi ricorda un pan di spagna di una torta appena sfornata...










All'indomani una luce incredibile mi sveglia e mi ritrovo prestissimo tra le vigne che incorniciano il castello Medioevale di Soave. Sembra di essere in un set cinematografico...tutto il paese è circondato da antiche mura e la guida, che da oltre 60 anni accompagna turisti e curiosi a vedere torri e stanze, mi fa capire come già agli inizi del X° secolo l'uomo sapeva come difendersi... All'interno, finestre piccole costruite su scalini per vedere e prevedere al meglio eventuali attacchi, sedie e panche con testate smontabili e, non ultima, una luminosa sala da pranzo dove il sommo poeta Dante Alghieri fù qui ospite di Cangrande della Scala e venne ispirato dalle terre che circondano Soave dove oggi ha sede l'Azienda Agricola Monte Tondo.




L'imponente ingresso ad archi è arredato con strumenti  e macchine  usate in passato per la produzione del vino...25 sono gli ettari di vigneto nei limitrofi terreni vulcanici e basaltici di Monte Tenda, Monte Foscarino e Monte Tondo coltivati per lo più a pergola dove le uve Garganega e Trebbiano di Soave si fanno apprezzare...
È ora dell'aperitivo e allora scelgo di degustare:




Spumante Soave Doc But 12% vol: un 100% di uve Garaganega vinificate con metodo Charmat che avranno come comune denominatore, al naso e in bocca, sentori e sapori di mela gialla cotta con punte sapide e minerali che fresche rimangono a lungo in un dolce ed inaspettato equilibrio.














Non posso rientrare a Torino senza aver assaggiato un rosso e allora il San Pietro Valpollicella DOC 2012 con il 55% di uve Corvina, 30 % di Rondinella e 15% di Molinara si presenta con un rosso più violaceo che rubino che mi acquieta con i suoi sentori di frutta rossa sotto spirito, una vera e propria confettura di ciliegia eterea. La breve ossigenazione crea un morbido mix di pepe e cioccolato che a lungo mi scalderanno il palato.









Torno nel  mio amato Piemonte con la conferma che i vini, se degustati nel luogo di origine, danno il meglio di se...non mi resta che raccogliere, vinificare e affinare tutta l'esperienza qui deGustata.

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