La Champagne tuona silenzio
19/09/2014 Le Mesnil - sur - Oger
Arrivo nella regione della Champagne la notte del 16 settembre, guardo fuori ed è buio pesto con un silenzio rumoroso di emozioni e pensieri dentro di me che, se non fosse per la stanchezza euforica, sarei capace di volare fino a toccare le stelle e la Via Lattea qui, le uniche ad illuminare le strade e i filari dei 3 vitigni alma mater dello Champagne: il ruspante Pinot Noir, il prezioso Chardonnay e il sugoso Pinot Meunier.
Si è in pieno periodo di vendemmia e infatti già mi immagino i gitani dormire in attesa dell'alba per incominciare un'altra giornata di duro lavoro tra le vigne disegnate e volute dalle stelle: precise, pulite che sembrano quasi finte.
Non potevo pretendere di più... come amante della Champagne e delle sue storie secolari, posso dire di essere entrata in questo mondo dalla porta principale con due Ciceroni di classe e stile, ben noti tra le mura del CIVC di Epernay.
Ogni giorno è stato caratterizzato e segnato da eventi e incidenti sconvolgenti cavalcando i dolci pendii della regione vitivinicola tra le più ammirate al mondo. In un lampo si passa dalla Montagna di Reims, alla Cote de Blancs e Valle de la Marne. Nel mentre ci si ferma e si scoprono scorci nuovi: colline, castelli e villaggi con Chiese e Maison dapprima ignote se non per sentito dire al palato e a volte, nemmeno quello... come nel caso del Clos di Mesnil di Krug!
Sono gli occhi che sognano o è la mente? Non so se sto dormendo o vivendo... pareti bianche e lingue di gesso che spaccano i quadri verdi scuri e gonfi appesi nelle zone boschive intervallate da morbide colline ornate da filari con le foglie che a tratti sono di color mattone a tuonare: "Siamo il Pinot Noir: l' elegante potenza dello Champagne".
Ma restiamo a Mesnil, come ben saprete la Champagne Encry qui è di casa e l'dea di aver vendemmiato qualche porzione delle loro parcelle in uno dei lieux dits più rinomati della Champagne mi fa ancora rabbrividire…
Gli ettari totali del Grad Cru Le Mesnil-sur-Oger sono 440 e nei 3 della Vue Blanche Estelle le piante godono di tantissime ore di sole al giorno e della presenza del vicino bosco. L'alta altitudine e la conformazione del terreno protegge le vigne da vento e gelate a differenza di quelle poste in piano più limitrofe al villaggio. Guardando a terra finisco in estasi veloce come un fulmine…mi sembra di essere a carnevale in cui il colore che spicca è il bianco. Coriandoli puri di gesso vibrano al passaggio con quelli delle craies. Le foglie sono tantissime e di un verde che acceca al pari del sole a urlare prestigio, quasi a voler coprire gelosamente i grappoli che, non si scorgeranno mai al primo colpo d'occhio se non si rimuovono minuziosamente…
Arrivati tra le vigne dietro al cespuglio a fianco del bosco e alle spalle della chiesa del Grand Cru ci imbattiamo in un anziano recoltant, proprietario di appena di 1/4 di ettaro che vendemmia e cura da sempre in solitaria le sue uve per venderle poi alla cooperativa di Mesnil. Cariola e macchina degli anni '60 arredano questo angolo della Champagne che diventano da li a poco una miniclasse in cui l'anziano agricoltore se in un primo momento è schivo e insospettito da li a dopo poco mi sale in cattedra per svelarmi che gli ultimi 15 giorni di sole caldo di settembre hanno salvato e reso l'annata una bomba. I livelli di zucchero e di aciditádelle uve sono passati da 9.2 a 10.5 nel giro di un mese e sono certa che conferiranno una freschezza e un profilo aromatico esplosivi, come una tempesta.
Infine rimango tra le nuvole e in un viaggio continuo e fine verso il cielo come le bolle minuscole presenti nella flûte in cui mi è stato versato un Millesimato del '96 Blancs de Blancs della collezione privata della Maison aperto per me dallo Chef de Cave nella cantina tra le pupitre di legno a la volée.
Al naso concentrato di pompelmo e anacardi formano un equilibrio chirurgico in bocca in termini di persistenza e di acidità. Al gusto il grano e i semi di girasole
permangono nel palato insieme alle sensazioni fresche di pioggia e di sale.
Così come le particelle del ghiaccio che all’interno della nuvola sviluppano i fulmini qui, la mineralità è tale da scatenare un temporale roccioso nel finale contribuendo così all’innesco di una scarica squisitamente elettrica.
Non aggiungo altro se non che ho avuto la conferma, ancora una volta, di essere davanti a una flute che enuclea l'essenza dello Champagne di Mesnil pardon, di quella degliChampagne Encry!
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