NASCETTA?…. ASPETTA! È NAS-CETTA QUELLA DI NOVELLO!
4 Luglio 2014 - Novello
C’era una volta Novello, piccolo Comune non
distante da Alba la cui fama e prestigio si dovevano attribuire alla forte
vocazione vinicola per la produzione di vini rossi a base di uve Nebbiolo.
Oggi, questo piccolo Comune è culla di una
DOC che ha tutte le carte in regola per diventare in un futuro non troppo
lontano, il Re dei Bianchi delle Langhe, da poco diventate uno dei 50 siti
italiani Patrimonio Unesco. Se fino a ieri Novello era una delle 10 zone del
Barolo, oggi grazie alla nascita dell’Associazione Produttori di Nas-cetta del
Comune di Novello, che racchiude ben 8 aziende vinicole, si può parlare di
rinascita e riscoperta di una storica cultivar dalle profonde radici.
Venerdì 4 luglio 2014 nel castello di Novello
il Convegno organizzato dall'Associazione, incentrato sulla storia,
caratteristiche e prospettive del vitigno nel futuro, ha dato inizio a una
nuova vita per questa varietà semiaromatica.
A partire dai relatori i profumi che
arieggiavano l’ elegante salone richiamavano una forte volontà, consapevolezza
e passione nel dimostrare i veri valori del terroir e le potenzialità di questa
rara e autoctona uva.
I relatori presenti sono gli stessi che negli
ultimi anni hanno contribuito proattivamente alla rinascita del vitigno
Nascetta: il Prof. Oreste Cavallo, il Prof. Carlo Arnulfo e la Dottoressa Maria
Carla Cravero intervallati dal giornalista e scrittore Ian D’Agata.
NASCETTA O
NAS-CETTA? – L’ ORIGINE DEL NOME
La storia di questo vitigno incomincia nel
1800 con menzioni nei documenti comunali sulla coltivazione di Alba e Mondovì.
Già all'epoca era noto per la sua bontà, utilizzato principalmente come uva dettaglio.
Più tardi nel 1877 si hanno i primi riscontri sull’ origine
del nome quando il Di Rovasenda lo definisce
come “Anascetta“, un'uva delicatissima e vino squisito” nel "Saggio di
un’ampelografia universale” conservato ancora oggi presso la biblioteca
del Dipartimento di Colture arboree dell’ Università di Torino. Anche il
Fantini nel 1895 la indica come un'uva che vanta una "finezza uguale al
Moscato" e sarà l'ampelografo Giovanni Gagna a coniarne il nome odierno,
"da impiegare insieme al Moscato bianco e alla Favorita".
Arrivando ai giorni nostri, i Cristoforo
Colombo della Nascetta sono i lungimiranti produttori Elvio Cogno e Savio
Daniele della Cantina Le Strette, che negli anni '90, dopo averla assaggiata da
contadini locali, ne hanno percepito la qualità e l’ importante struttura dando il via ai primi e timidi tentativi di vinificazione
in purezza. Gli studi successivi della Dottoressa Anna Schneider hanno
confermato l’origine autoctona della cultivar imparentata con il Grò blanc, un
vitigno tipico della Val di Susa.
Da qui si è compreso che questa varietà
meritava di esser studiata più approfonditamente e grazie al contributo diretto
del Comune di Novello, produttori, enti e figure professionali dell’albese si è
riusciti a determinarne l'unicità e ottenere un inquadramento legislativo
preciso prevendendo una propria “sottozona” e uno
specifico disciplinare di produzione.
Nel 2002 la Nascetta entra a far parte
della DOC Langhe e nel 2010 si ottiene il riconoscimento della DOC Langhe
Nas-cetta del Comune di Novello la cui produzione è autorizzata nel solo Comune
utilizzando uve Nascetta al 100%.
NOVELLO: 1 COMUNE X 1 VITIGNO
In Francia nei primi anni del secolo scorso
già si parlava della qualità delle Nascetta tanto da essere quotata quasi come
il Barolo a 2 lire e mezzo.
Le particolarità che rendono unico questo
Comune e il suo vitigno sono molteplici e dopo gli assaggi di altri vini, a
base Nascetta, prodotti fuori dalla sottozona che ha meritato il riconoscimento
della DOC, si percepisce che c’è bisogno di tutela e azioni che rendano
riconoscibile la varietà.
Nella versione in purezza si sgombera il campo da ogni dubbio e da errate aspettative. Oltreoceano non si deve presentare la Nascetta come l'ennesimo vino ABC ( "anything but chardonnay" cit. Ian D' Agata) ma come una produzione al 100% monovarietale proveniente da un solo comune in cui le caratteristiche sono intrinseche e risultato dell'impiego di una singola cultivar.
Nella versione in purezza si sgombera il campo da ogni dubbio e da errate aspettative. Oltreoceano non si deve presentare la Nascetta come l'ennesimo vino ABC ( "anything but chardonnay" cit. Ian D' Agata) ma come una produzione al 100% monovarietale proveniente da un solo comune in cui le caratteristiche sono intrinseche e risultato dell'impiego di una singola cultivar.
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Un profilo più tecnico si ottiene analizzando i dati raccolti negli anni dal Prof. Arnulfo, il quale per coincidenze cosmiche o destino è stato l’ insegnante di molti degli allora giovani alunni, diventati poi gli scopritori e gli ambasciatori della Nascetta.
Le analisi dimostrano come il Comune di
Novello si trovi in una posizione vantaggiosa per questa varietà dal
germogliamento tardivo e molto fogliosa, grazie alle favorevoli esposizioni
delle vigne a sud-ovest e a sud-est.
Gli elevati livelli di alcol potenziale
registrati in cinque annate differenti
sono uno degli elementi che definiscono la Nascetta come un vino molto
longevo. La stabilità dell’acido malico e dell'acido tartarico, durante i
processi di vinificazione, sono ulteriore prova della capacità del vino di conservarsi nel tempo,
anche nella versione con uve passite.
Dal punto di vista geologico, i dati
estrapolati dagli studi del Prof. Oreste Cavallo mostrano che le marne di Sant’
Agata, formatesi dopo la collisione tra Africa ed Europa, le ritroviamo oggi
sulla sponda destra di Alba e nelle Langhe.
La conformazione del terreno del Comune di
Novello, conferisce all' uva una struttura complessa e ricca di sali. Il suolo
calcareo-argilloso dona al vino un gusto sapido e persistente con una acidità
importante ma mai invadente.
All' olfatto, le uve Nascetta sono state
definite semiaromatiche grazie al contributo delle ricerche condotte dalla
Dottoressa Maria Carla Cravero dell'Istituto sperimentale per l'Enologia di
Asti.
Da un confronto fatto sui vini prodotti nel
Comune di Novello e nel Comune di Trezzo Tinella, si sono riscontrati livelli di
terpeni liberi e di norisoprenoidi glicosilati maggiori nei campioni prodotti
nel Comune alma mater della Nascetta. Nello specifico il terpeno linalolo,
presente nelle bucce, è quello responsabile della definizione del profilo aromatico che
contraddistingue l’uva moscato.
L’ ulteriore punto a favore dell' autoctona
varietà bianca è l’adattabilità ai diversi tipi di vinificazione. In acciaio o
in legno il vitigno mantiene il proprio carattere e rimane protagonista. Lo
stesso discorso vale anche se si effettuano tagli con uve internazionali
come Chardonany e Riesling, come avviene per l’ 80% delle produzioni di Nascetta
odierne.
C'è da dire che le etichette presenti nel mercato a base Nascetta, fuori dalla zona di origine, hanno contribuito in maniera importante in questi anni allo sviluppo e alla diffusione del vitigno nel mondo.
C'è da dire che le etichette presenti nel mercato a base Nascetta, fuori dalla zona di origine, hanno contribuito in maniera importante in questi anni allo sviluppo e alla diffusione del vitigno nel mondo.
I disciplinari di produzione consentono la
coltivazione di questa cultivar in altre zone e per la produzione del Langhe
Nascetta DOC è previsto l’impiego minimo dell’ 85% di Nascetta e l’aggiunta del
restante 15% di altre varietà a bacca bianca autorizzate.
Anche per quanto concerne le rese, si arriva
ad un massimo di 100 quintali per ettaro a differenza dei 90 per il Langhe
Nas-cetta DOC del Comune di Novello.
Questa, come altre, sono prove inconfutabili che questa varietà, merita un distinguo ben preciso e attenzione accurata da parte dei degustatori che vi si affacciano per la prima volta o meno.
La Nas-cetta è da apprezzare per il suo
profilo aromatico e robusto che nel Comune di Novello cresce armoniosamente ed
è di casa maturando nel proprio habitat naturale.
NAS-CETTA – NOVELLO ANCORA PER POCO
Il futuro della Nascetta è brillante dai
riflessi d'orati se si persegue tutti insieme e con convinzione, a promuovere e
a rivendicare il territorio di origine degli audaci produttori
dell'Associazione Produttori di Nas-cetta del Comune di Novello.
Se si pensa che in Italia ci sono oltre 1000
cultivar e che solo il 60% viene utilizzato, è evidente che la Nas-cetta ha
tutti gli attributi per essere classificata come un cru o meglio, come dicono
gli amici-nemici francesi, un lieux-dit
( porzione di un cru, di una sottozona ) pronta ad essere inserita tra i
big delle Langhe.
Il segreto di questo vino risiede silente nei
concetti di terroir e del monovarietale. Da solo, il perimetro limitato in cui
è consentita la produzione, classifica la Nas-cetta come un vino di pregio ed
esclusivo.
Non ci sono motivi per non richiedere e anzi
ottenere il riconoscimento della DOCG per la sola DOC Langhe Nas-cetta del
Comune di Novello. Un doveroso e giusto riconoscimento degli sforzi fatti per
far rivivere, in bottiglia, l’ unicità di un vino, orgoglio del territorio di
origine.
LANGHE
NAS-CETTA del Comune di Novello – DEGUSTATI PER VOI
Azienda storica delle Langhe a conduzione
famigliare ha una produzione annuale di Nas-cetta che si attesta intorno a 1800
bottiglie.
Il colore è giallo paglierino tenue con
riflessi verdognoli. Al naso spiccano i profumi di fiori, miele e camomilla per
lasciar spazio, dopo una lieve areazione, a sentori metallici e di roccia. La
freschezza invade il palato insieme alle intense sensazioni sapide e retrogusti
di lime e pompelmo in un finale leggermente amaro.
Dal 1871 l’azienda è condotta dalla famiglia
Sartirano, produttori oggi di 3000 bottiglie circa annue di Nasc-cetta con uve
coltivate nella zona a ridosso del lago Ghercina.
Il colore è giallo paglierino vivo con
riflessi verdognoli e al naso il quadro aromatico ha la firma della pesca
bianca succosa e matura con punte di tostato. In bocca l’acidità e la sapidità
creano una melodia lenta ed equilibrata senza punti di discontinuità.
In 6 ettari vengono prodotte le principali
denominazioni di origine delle Langhe. L’azienda agricola vende da 5
generazioni le proprie autenticità e tradizioni agricole senza tralasciare gli
aspetti moderni e tecnologici.
Il colore giallo paglierino è acceso con
riflessi verdognoli. La spiccata mineralità pervade il naso con note di sambuco
e menta cedendo il testimone ai profumi erbacei di salvia. In bocca l’entrata è
fresca e di importante struttura acida che crea un’ampia atmosfera minerale.
Azienda a gestione e dal carattere familiare,
dal 2000 dopo il rinnovamento dei locali e dei vigneti si coltivano, in 17
ettari, le uve Nebbiolo, Dolcetto e Nascetta.
Il colore è giallo paglierino brillante che
anticipa le sensazioni fresche e saline. Il naso è trasportato in luoghi tropicali
con intensi sentori di mango e papaya. Al gusto un soffice velo pizzica il palato
virando verso sensazioni amare nel finale.
L’azienda prende il nome dal luogo in cui nasce,
scavata nel tufo. Dal 1997 è condotta dai due fratelli Mauro e Savio Daniele,
artefici della rinascita del vitigno del Comune di Novello.
Il colore è giallo paglierino con riflessi
oro. Il naso richiama intensi profumi di mela cotogna, pesca e banana con
incursioni delicate di fiori bianchi. In bocca la roccia stuzzica il palato e
chiama la sapidità a dar continuità al gusto
per concludere con un finale targato mandorla tostata.
La famiglia Cogno, da 4 generazioni è una
delle portabandiera dei vini rossi delle Langhe: Barolo, Barbera e Dolcetto.
Negli anni ’80 l’ attenzione particolare rivolta al vitigno bianco, la
Nascetta, porta alla decisione di provare a vinificarlo in purezza.
Il colore è giallo paglierino con riflessi
oro. Il naso è inondato dalle agrumate note del pompelmo con accenni di
tostature. In entrata i sali rendono il
palato frizzante e persistente con un lieve retrogusto amaro.
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