FONTANAFREDDA - Tenuta da Re oggi testimonianza di fascino
In una splendida giornata calda che quasi sembra primavera la delegazione di Torino F.I.S.A.R ( Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori ) ci ha porta a visitare una delle cantine che hanno segnato la storia del Piemonte.
La tenuta di Fontanafredda, sita a Serralunga d'Alba, è oggi un luogo dove si possono scoprire non solo aneddoti di personaggi storci ma anche tecniche di produzione d'avanguardia se si pensa al tempo storico e l'assenza delle moderne tecnologie che oggi, preziose, permettono alla regione di competere sul mercato mondiale.
La visita è condotta da Monica Tavella che subito, con passione, ci riporta con i suoi racconti nell' '800, dove il Conte Camillo Benso di Cavour voleva far sposare il Re Vittorio Emanuele II con un sovrana importante d'europa per ottenere importanti alleanze.
Ma il cuore del Re batteva per Rosa Vercellana familiarmente chiamata " bela Rosin " accusata al tempo di avere una relazione anche con un noto gioielliere di Torino.
La Rosa, desiderosa della tenuta Sabauda di Pollenzo, venne insignita poi nel 1859 del titolo nobiliare di Contessa di Mirafiore e Fontanafredda.
Fu infatti Cavour l'anno prima a convincere il Re ad acquistare la tenuta: essendo egli un profondo conoscitore delle Langhe, già sindaco di Grinzane, suggerisce l'acquisto per poi farle donare la tenuta.
Il perchè del nome Fontanafredda trova riscontro nel nome stesso per la presenza, appunto, di una sorgente di acqua fredda.
La tenuta, tra Chateaux e borghi, è impreziosita da il "Bosco dei Pensieri" una passeggiata - percorso di meditazione e contemplazione di 13 ettari che presenta a ogni tappa ( 12 in totale ) frasi di poeti come:
- "Chi non beve vino ha un segreto da nascondere" ( Baudelaire )
- "Bevo per rendere gli altri interessanti" ( Hemingway )
- "La vita è troppo breve per bere vini mediocri" ( Goethe )
Fontanafredda si compone di 110 ettrai di cui 85 vitati. A sud sono 40 quelli coltivati a uva nebbiolo mentre i restanti sono destinati ad altri importanti vitigni autoctoni piemontesi e non : dolcettto, barbera, moscato, pinot nero ( per la produzione di uno spumante metodo classico millesimato che conta 54 mesi sui lieviti ) e infine lo chardonnay usato, per produrre il bianco Ampelio Langhe DOC.
I colori della tenuta non sono a caso ma volutamente ricordano quelli delle proprietà Sabaude che qui si traducono in mura a strisce marrone e senape.
Nel 1913 sono circa 300 le persone che animano il borgo e ancora oggi troviamo 12 famiglie che si tramandano gli antichi saperi di un tempo.
Barolo, oggi vera e propria punta di diamante del Piemonte, venne identificato come vino della della corte sabauda e il figlio del Re, Emanuele Alberto, ne iniziò l'esportazione in Sud America a partire dal 1878 dopo aver preso in sposa la contessa Bianca de Larderel che gli porta in dote una tenuta toscana.
Il figlio dei due, Gastone, proprietario quindi di 2 tenute, non eredita la stessa passione per la viticoltura perchè affascinato dal mondo politico.
Nel 1928 l'arrivo della fillossera non lo aiuta e la successiva crisi economica del '29 lo costringono a cedere le proprietà nel 1931 al Monte dei Paschi di Siena che già vantava crediti.
La visita prosegue nelle maestose cantine arredate da tante e diverse tipologie di botti dislocate su più piani.
Ancora oggi si possono vedere fori e rientranze usate all'epoca per la rimozione del vino dalle botti o per innescare la fermentazione.
Nell'ultima tappa ecco che storia e innovazione si intrecciano, a fianco di moderne botti di acciaio troviamo un tunnel usato dal Re per fuggire dalle amanti duranti la notte...
Un'esperienza in cantina al dir poco unica.
Ore 13 ci dirigiamo nella sala degustazioni dove ad attenderci non ci sara solo il vino ma anche un menu ricco di eccellenze enogastronomiche tipiche piemontesi.
Una visita che consiglio dove l'enoappasionato e il turista, non intenditore di vini , si divertono viaggiando nel passato sabaudo fino ad arrivare ai giorni nostri dove Eataly è culla di Fontafredda.
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