Le classi dell'Amarone


È intramontabile, immancabile, ineludibile, domina il concetto di tradizionale, è l’Amarone della Valpolicella. E la sua Anteprima 2018, andata in scena a Palazzo della Gran Guarda di Verona dal 3 al 5 febbraio, è stata anticipata da classiche polemiche riguardanti l’assenza della Famiglie storiche. Nonostante questo missing la manifestazione si è svolta al solito con l’apertura il sabato della sala tecnica dedicata alla stampa per gli assaggi, dell’ultima annata, la 2014, di 43 campioni prelevati da botte o bottiglia seguita dalle giornate in cui il protagonista è diventato l’incontro tra i produttori ed il pubblico che il vino lo consuma e lo ama.



Ed è anche insieme ai produttori che si celebra il 50° anniversario della denominazione e si assapora il “classico”: il bello, l’originale, le basi per creare un modello, un’opera di prim’ordine nata per errore. Già, ma oggi cosa significa essere classici? Forse degli innovatori romantici o compositori di note leggereEntrambi, per me. E nell’assaggiare gli Amarone Classico prodotti nei comuni di Marano, Fumane, Negrar, San’Ambrogio e San Pietro in Cariano, quelli della zona più est e della sottozona Valpantena si delineano architetture e parametri facilmente codificabili per analizzare i comportamenti del gusto, una divisione dei consumatori fatta per la ricerca del proprio gusto e quindi vino. 


Perché in ogni target e dunque gruppo di persone, questo gusto si forma a seconda del momento in cui si scoprono le forme e la loro posizione. Per la generazione Y, ad esempio, un “classico Amarone” sarà interpretato diversamente da un “Amarone Classico” per la sua bevibilità e struttura perché il momento della formazione iniziale diventa il singolare riferimento, una nuova lente con cui imparare a conoscere l’Amarone. Pertanto si verrano a formare delle classi diverse (stile, prezzo e consumo) tutte con l’unico obiettivo volto all’esaltazione delle uve lavorate chi con tradizione chi con approccio moderno.

E allora i vini con cui si è innescato il dialogo in questa Anteprima sono:

La cantina privata della famiglia Bertani di Negrar si propone con grande classicità e stile. Una performance segnata dalla completezza: fibra, volume, lunghezza, frutta matura e densa che si scioglie come un macaron di confettura di ciliegia ed erbe aromatiche a lasciare il palato ancora fresco e pieno di aromi. Perfetto per un dînatoire, unico e impresso nella memoria, se replicato tal quale nell’immediato.

Al timone dell’azienda troviamo Marco Speri, la quinta generazione, che parla perfettamente ad una classe mista con un vino teso, armonico, di incredibile potenza ed inarrivabile bevibilità con tannini che arrivano in profondità a rompere la polpa e far riaffiorare nel finale una brina balsamica.

Nel cuore di Fumane dai 28 ettari la famiglia Cottini raccoglie una materia prima da Gran Guardia. Precisione, pungenza ed impari potenza. Si registra una pausa al primo tempo per ripartire (e restare) a lungo con una tessitura compatta tannica, cesellata e fibrosa.

Un protagonista della zona dal 1843 gode di freschezza coinvolgente e grande persistenza aromatica. Un classico ritrovato in binari solidi e freschissimi su cui far viaggiare un frutto davvero polposo.

Con i suoi 200 ettari è una delle aziende principali della zona. In uscita a metà del 2018 il vino mira dritto al suo scopo: esser incisivo. Compatto ed equilibrato tiene il palco danzando con tannini sottili a contornare un corpo snello. 

La famiglia è a Lazise dal 1968 e oggi nipoti e figli portano avanti la tradizione. E qui ci si inchina per la precisione e sincro nel passo del tannino e del frutto perfettamente aderenti e ben distinguibili che insieme creano uno spettacolo magico puntuale e silenzioso come la caduta di grandi fiocchi di neve.

Azienda presente in tutto il mondo da sempre dedita alla viticoltura. Naso delicato e baciato dai piccoli frutti rossi in una bocca piena e veloce al contempo di grande finezza e corpo.

La flotta di donne e la conduzione biologica creano un modello di stile giocato tutto sul frutto e sull’armonia gustativa. Un taglio elegante e luminoso con stoffa lucida e setosa a cospargere il palato e tracciare il passo con tannini cuciti perfettamente al succo a chiudere la beva.

Già attivi nel 1925 oggi la conduzione biologica diventa acceleratore di una beva acuta e di bel volume, sempre dinamica. Una freschezza che crea ritmo cangiante ma sempre delicato.

Una casa patriarcale del ‘500 che si distingue nella sua energia intensa e vibrante. Gusto che esplode senza punti di discontinuità. Il tannino con decisione spinge la materia e coinvolge a lungo ordinando il secondo sorso.

Una casa famigliare ed artigianale di Verona sprigiona tutta la sua purezza e tipicità: naso ricchissimo e potente come il sole. Sorso continuo e fuori dalle aspettative stupendo nel suo frutto compatto e fresco.

Azienda storica fondata nel 1936 sempre al passo con il mercato raggiunge oggi un’incredibile eleganza disegnata da aromi di confettura di mora, viola in una texture piacevole, sensazionale nella sua finezza sostenuta da punte iodate ed una suggestiva polpa.

Quattro ettari in biologico in località Molinetto per dar luce ad un vino teso, fitto, di grande precisione che colleziona freschezza, succo e pulizia in un sorso segnato da una grande intensità ed emozionante bevibilità.

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