Visita all' Azienda La Mondianese

Sabato 12 Maggio ore 15:00.


In un caldo torrido improvviso mi ritrovo con amici Sommelier e appassionati a visitare l' Azienda Agricola La Mondianese presso Montemagno d'Asti, a due passi da Castagnole Monferrato.
Ad aspettarci c'è l'enologo Dott.ssa Giancarla Domini.
Come sempre bisogna ringraziare la delegazione di Torino della FISAR per l'organizzazione e comunicazione della giornata.

Già preparati i banchetti con: bicchieri, salumi, appetizer di vario genere e già spicca tra i tavoli di legno scuro l'unico vero grande indiscusso protagonista della giornata: il vino.
Bottiglie elegantemente avvolte da etichette bianco perla, non nascondo che la mia curiosità di andare a leggerle è tanta ma bisognerà pazientare e scoprire la realtà vinicola ascoltando le parole della preparata enologa partendo da un breve tour nelle vigne che circondano la cascina.

Durante la passeggiata tra i filari di grignolino e cabernet apprendiamo che siamo immersi in 14 ettari complessivi ospitati in terreni sabbiosi e rocciosi con presenza di tufo che danno vita a 60 mila bottiglie ogni anno.


L'allevamento è quello tipico del Piemonte, a Guyot con 6-7 gemme per ceppo, il che significa che è la qualità ciò che più interessa alla piccola azienda capeggiata da un enologo di livello con esperienze lavorative anche negli USA.

Dopo una breve pausa in cima alla collina ammiriamo dai campi la vista del centro di Montemagno da un lato e di Castagnole dall'altro e poco dopo rientriamo in cascina per visitare le cantine ricche di botti in acciaio, tonneaux e barrique francesi.




Per scelta aziendale i vini prodotti effettuano si periodi medio-lunghi di affinamento ma in botti usate in almeno nelle tre o quattro annate precedenti che quindi non andranno a rilasciare grandi sentori al vino.
Ciò implica che dovrò aspettare un'altra occasione per raccontarvi come il boisè influenza nella degustazione.

Termino elencando i vini degustati scelti da Giancarla, frutto di anni di lavoro e risultato dei processi di fermentazione, rimontaggio e mesi di affinamento.




I vini:
- Assobianco 2001: Vino bianco paglierino con uve in pari percentuale, Timorasso, Reisling e Sauvignon. Ottimo per aperitivo di una morbidezza sconvolgente.

- Grignolino 2011: basta una curiosità sul nome per far scatenare i neuroni della fantasia. Grignolin, "sorridere" o grignola è sintomo di una elevata presenza di semi e proprio per questo di norma la tannicità si fa sentire.
In questo caso la policy aziendale prevede di limitare il numero di semi separandoli dal mosto. 13%, rosso rubino, esplosione di ciliegia al naso e in bocca ci sarà una nota finale di mandorlato, di rose e fragole.

- Barbera d'Asti 2009: color rosso rubino con una nota amara sul finale di caffè. Nonostante la spiccata acidità si percepiscono dopo qualche minuto sentori di frutti rossi e di ciliegia.

-Ruche 2009: 14%. In questo caso la bassa acidità e l'elevato PH consentono al naso di cogliere sentori di fragola, rosa, prugna, cannella, spezie e liquirizia. Nonostante l'assenza di una fermentazione malolattica nota per rendere vini più morbidi, in bocca è rotondo complessivamente piacevole.

- Assorasso 2009: blend di Syrah, Cabernet e Merlot. Abbastanza vellutato in bocca mentre al naso spiccano i tratti tipici vegetali del Cabernet.

- Noah 2009: blend di Barbera, Cabernet e Merlot (rispettivamente per il 30, 50 e 20%). I sentori di legno si sentono grazie ai 18 mesi passati nei tonneaux i quali di certo non coprono quelli vegetali di peperone e di mandorla accompagnati da una modesta acidità.

- Barbera superiore 2009: l'ultimo vino degustato è di sicuro stato a mio avviso il più buono essendo io amante di vini robusti, di corpo e complessi.
Al naso e in bocca è una deliziosa amarena sottospirito.

Anche in questa occasione porto a casa con me nozioni nuove e soprattutto esperienza.

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